Tra varie specie di insetti xilofagi (mangiatori di legno), troviamo i tarli.
I tarli del legno comprendono 3 diverse specie di coleotteri: Lyctidi, Anobidi e Cermabicidi.
Le larve, insediandosi all’interno del legno, scavano lunghe gallerie nutrendosi della cellulosa del legno e diventando insetti adulti.
I tarli adulti sfarfallano fuoriuscendo dal legno per andare in cerca di un partner con cui riprodursi.
Durante questa fase creano fori di sfarfallamento rotondi all’interno del legno.
Depongono le uova nelle fessure lignee generando una nuova infestazione.
Scopriamo più da vicino le tre specie di tarli del legno, come riconoscere la loro presenza e come eliminarli. I tarli sono un rischio per la salute?
Le tre specie di tarli del legno
In genere, gli Anobidi (Anobium punctatum) sono piccoli tarli che attaccano superficialmente il legno senza compromettere la stabilità delle strutture. Prediligono legni stagionati senza corteccia (compensati inclusi). Per svilupparsi necessitano di umidità superiore al 40%. Una specie di anobide più grande (Xestobium rufovillosum) può, invece, compromettere la stabilità delle strutture in caso di gravi infestazioni. Le larve possono impiegare anche 10 anni per diventare tarli adulti. È una specie rumorosa, produce un ticchettio simile a quello di un orologio: ecco perché questo tarlo viene denominato Orologio della morte.
I Lyctidi (Lyctus linearis, Lyctus brunneus) colpiscono principalmente parquet, legni nuovi e battiscopa.
Più grandi delle due specie precedenti sono i Cerambicidi cui appartengono le specie Hylotrupes bajulus e Trichoferus holosericeus note come Capricorno delle Case. Tra tutti, sono i tarli che creano più danni. L’Hylotrupes bajulus è attratto dalle resine, dai legni di conifere, mentre il Trichoferus holosericeus predilige legni duri di latifoglie. In base ai valori di umidità e temperatura, le larve diventano adulti dopo molto tempo (fino a 17 anni). Sono capaci di far collassare strutture portanti come le travi.
Come riconoscere la presenza dei tarli
I più diffusi non sono rumorosi tranne due specie: il Capricorno delle Case ed il Tarlo della morte. Quest’ultimo, quando è all’opera, genera un ticchettio ritmico mentre scava nel legno simile a quello di un orologio.
Un’infestazione di tarli si riconosce da un paio di segni: i fori sui mobili ed il rosume (segatura finissima simile a polvere).
La presenza di fori non basta per accertarsi che si tratti di tarli: potrebbe trattarsi di difetti del legno oppure potrebbero indicare una passata infestazione. Il rosume, invece, rivela la loro presenza ma la quantità di polvere è talmente minima che non è facile accorgersene.
In caso di dubbi, basta scuotere l’oggetto: se dai fori si libera polvere di segatura sicuramente c’è un’infestazione in corso.
Ambienti ideali per il tarlo del legno, come arriva
Qualsiasi luogo ricco di materiale ligneo è ideale per i tarli. È il loro nutrimento.
Alcuni insetti xilofagi attaccano il legno ad un certo livello di umidità, altri possono attaccare legno più secco. Certo è che l’umidità favorisce lo sviluppo dei tarli. Gli ambienti ideali per il tarlo sono quelli umidi con materiali lignei come cantine, taverne, case poco abitate.
Anche la carta (ricavata dalla cellulosa) rappresenta un cibo gradito come pure bambù, canapa, lino.
Il tarlo può invadere un ambiente a causa del trasporto di oggetti già infestati ma può anche spostarsi passando da un ambiente esterno verso uno interno.
Tarli: rischi per la salute
I tarli non rappresentano un rischio per la salute delle persone.
Al contrario, i due parassiti dei tarli (adulti e larve) possono pungere. Si tratta dell’acaro Pyemotes ventricosus (o acaro del tarlo) e lo Scleroderma domesticum.
Il primo, l’Acaro del tarlo, attacca insetti adulti (tarli, coleotteri, lepidotteri) pungendoli e nutrendosi dei loro tessuti. Con le loro punture, gli acari del tarlo possono prendere di mira anche l’uomo in parti sia coperte sia scoperte. Le punture dell’acaro del tarlo causa papule in rilievo con alone roseo ed una piccola vescica centrale. La lesione può presentarsi a forma di cometa.
Anche il secondo parassita del tarlo, il piccolo Scleroderma (simile ad una formica) può pungere l’uomo. Le sue punture sono molto dolorose e causano ponfi localizzati. In soggetti ipersensibili possono provocare gonfiore diffuso e febbre.
Come fare per eliminare i tarli?
Esiste un sistema per ogni tipo di situazione più o meno grave.
Se i tarli invadono oggetti in legno potrai eseguire in autonomia trattamenti antitarlo mirati utilizzando insetticidi specifici. Con il nostro kit antitarlo per mobili Fai da te avrai i prodotti giusti, la spedizione gratuita e assistenza telefonica per guidarti nell’utilizzo.
Un intervento tempestivo potrà interrompere il proliferare degli insetti evitando danni più gravi.
I tarli si combattono sottraendo loro umidità e nutrimento. Ecco perché si consigliano trattamenti preventivi, soprattutto in ambienti ricchi di materiale ligneo ed oggetti antichi e pregiati.
Sconsigliamo trattamenti fai da te se vengono compromessi mobili ed oggetti pregiati oppure strutture in opera (soppalchi, soffitti, travature). In tal caso, è necessario rivolgersi ad aziende specializzate in disinfestazione che utilizzano trattamenti termici con microonde.
Naturalmente, il miglior intervento disinfestante non sarà mai in grado di risolvere eventuali danni di tarlatura che richiederanno un’opera di restauro.
Dopo un intervento di disinfestazione professionale, i tarli potrebbero tornare ad attaccare. Quindi, consigliamo di abbinarli a trattamenti antitarlo a scopo preventivo.