
Figura 1 Alcune specie di formiche che possono annidarsi nelle strutture in legno: Crematogaster scutellaris (A), Camponotus ligniperda (B), Lasius fuliginosus (C)
Le Formiche sono insetti sociali che hanno imparato a sfruttare molto bene l’ambiente urbano e industriale benché si ritrovino molto facilmente anche in ambienti naturali e nelle aree di campagna. Questa loro enorme adattabilità le ha portate ad essere presenti e diffuse su tutto il pianeta persino in ambienti particolarmente difficili per la vita. A seconda della casta cui appartengono presentano una morfologia diversa all’interno della stessa specie ma tutte quante presentano una costrizione a forma di nodo o scaglia detta peduncolo e situata fra il torace apparente e l’addome apparente. Hanno occhi composti ben evidenti e apparato masticatore. Gli individui fertili, maschi e femmine, sono alati, mentre quelli sterili (solo femmine) sono privi di ali; le formiche soldato, se presenti nella colonia, hanno testa e mandibole molto grosse rispetto alle operaie. Tutte le formiche possiedono un aculeo che in alcuni casi utilizzano per la difesa insieme alle mandibole. Il morso o la puntura di una formica, anche se dolorosa, quasi mai rappresenta un grave problema.
Questi insetti possono invece rappresentare un problema serio per il legno sia di piante vive sia a carico di strutture edilizie, soprattutto se la struttura edilizia è in comunicazione col terreno o presenta un certo grado di umidità. La presenza è segnalata da caratteristici granelli grossolani che le formiche eliminano dalle gallerie in cui nidificano. Spesso a questo materiale si trovano mescolati altri materiali che le formiche riescono a masticare come la malta, le guaine di copertura isolanti, i riempitivi in poliuretano, stucchi e siliconi. L’azione delle formiche quindi, oltre al danno strutturale, può causare infiltrazione di umidità e acqua dall’esterno verso l’interno dell’edificio proprio per il consumo di questi materiali isolanti friabili. Le colonie sono pluriennali e gli stessi individui che le compongono (regine e operaie) possono vivere anche diversi anni. Pertanto la presenza di formiche all’interno di case e ambienti di lavoro non va sottovalutata in quanto colonie molto numerose possono diventare veramente difficili da eradicare.
Camponotus ligniperda
Sono formiche di colore vario, generalmente nere nella metà anteriore, tendenti al rossastro nella metà posteriore e di dimensioni medio grandi (6-10 mm). Nidificano quasi sempre nel legno e pertanto sono dette formiche carpentiere: strappano scaglie di legno che accumulano in alcune zone del nido o eliminano all’esterno delle gallerie, le quali risultano ben levigate e lisce. La fondatrice forma un nido primario da cui possono formarsi altri nidi satellite sempre in contatto col nido primario ove risiede la regina. Quasi sempre nidificano nel legno di vecchi alberi, anche presso giardini di città, ma non è improbabile trovare nidi presso abitazioni a livello di stipiti di legno, travi di coperture e case. Questi sono quasi sempre in comunicazione con nidi in aree esterne. La presenza di operaie foraggiatrici (alla ricerca di cibo) nel periodo tardo invernale o primaverile è sintomo che molto probabilmente le formiche nidificano all’interno della struttura; mentre la presenza di operaie foraggiatrici in tarda estate indica che probabilmente le formiche sono arrivate in casa da zone esterne. Sono ghiotte di afidi e predano altri insetti.
Crematogaster scutellaris
Sono formiche di dimensioni ridotte (2,5-3 mm) aventi addome scuro e parte anteriore più chiara di colore bruno rossastro fino al giallo. Quando allarmate ripiegano l’addome verso la testa e il torace esponendo il piccolissimo aculeo, pertanto sono chiamate comunemente formiche acrobate o formiche rizzaculo. Costruiscono il loro nido in ambienti diversi ma anche nel legno in opera come ad esempio i telai di porte e finestre o le travature dei soffitti soprattutto se il legno risulta avere ancora un certo grado di umidità.
Lasius fuliginosus
Questa specie predilige i nidi all’aperto anche se in alcuni casi sono stati segnalati nidi all’interno delle abitazioni. Questa formica infatti predilige le parti interne degli alberi, costruendo nel tronco particolari strutture di legno masticato e mescolato con la sua saliva, che si sviluppano in un materiale “vivo” in quanto costituito in parte da un micelio simbionte, il Cladosporium myrmecophilum, che dà stabilità alla struttura e le cui spore vengono trasportate dalla regina fondatrice nella sacca infrabuccale, dalla quale un organo a filtro impedisce l’ingestione delle spore stesse. Le caste non sono ben distinte e gli individui di colore nero lucido presentano capo caratteristico a forma di cuore e dimensioni variabili da 2 a 5 mm. Queste formiche vanno in ibernazione obbligatoria durante alcuni mesi invernali dell’anno. Si nutrono della melata di parassiti delle piante (afidi) e di piccoli insetti che predano. Intorno o dentro le abitazioni possono trovarsi sia a livello di strutture in legno che in muratura, anche se quasi sempre questi nidi sono comunque in comunicazione con l’esterno.
Prevenzione e lotta alle formiche che nidificano nel legno
La lotta alle formiche deve innanzitutto tenere conto delle loro abitudini sociali e quindi del fatto che gli individui che si incontrano e che arrecano il danno sono femmine sterili appartenenti alla casta delle operaie. Ne deriva che l’eliminazione anche consistente di tali individui che sono visibili all’esterno dei formicai non risolve il problema in quanto non colpisce l’individuo riproduttore. Individuare il nido o i nidi è pertanto fondamentale in modo da applicare un trattamento che punti a eliminare la regina o le regine presenti nel formicaio. Per questi interventi è utile ricorrere a formulazioni granulri, polveri o gel che fungono da esche avvelenate che vengono distribuite nel formicaio tramite le operaie foraggiatrici e mediante il fenomeno della trofallassi (scambio di alimento fra le formiche) in modo da intossicare l’intera colonia comprese le regine. La sostanza attiva deve avere un’azione lenta per permettere alle operaie di diffonderla per cui l’effetto di tali interventi non è mai immediato. Associare l’utilizzo di insetticidi ad azione rapida può essere utile se le formiche visibili in un ambiente rappresentano un problema da contenere già nell’immediato oppure nel caso del contenimento delle sciamature. In questo secondo caso oltre al trattamento è opportuno sigillare i fori di uscita da cui sciamano gli alati. Le sciamature, a seconda delle specie possono presentarsi da maggio a settembre.
L’intervento di professionisti della disinfestazione è comunque sempre consigliato anche al fine di valutare i danni arrecati alle strutture e le possibili azioni di prevenzione e manutenzione per risolvere il problema.