Con l’arrivo del caldo, purtroppo, compaiono anche una serie di infestanti davvero poco piacevoli. Ma se tutti, bene o male, conosciamo le zanzare e le blatte (per citare i più comuni), molti non hanno davvero idea di cosa sia la zecca del piccione, un pericolo per la salute dell’uomo, difficilissimo da eliminare. Proprio perché non la si conosce bene è difficile difendersi. Vediamo quindi di cosa si tratta e quali possibilità abbiamo per prevenire un’infestazione di questo infestante.
La zecca del piccione, come si diffonde
Un articolo del Corriere dell’Umbria, datato 4 aprile 2018, riportava il racconto dello sgombero di alcuni appartamenti pubblici a Spoleto perché infestati dalle zecche di piccione. Un vero incubo per le famiglie residenti nelle palazzine dal 2014. Negli anni si è cercato di debellare questa piaga con numerosi interventi di disinfestazione, ma queste, puntualmente, sono ritornate a presentarsi.
Questo perché si è intervenuti sul problema quando ormai era già un problema. Si deve fare prevenzione per evitare un’infestazione di questo tipo. Come si può facilmente evincere dal nome, la colpa della diffusione di questo parassita è del piccione, è lui, infatti, che fa da tramite con l’uomo e che, seppur involontariamente, consente alla zecca di entrare nelle nostre case infestandole. Quindi il modo migliore per prevenire l’infestazione della zecca è impedire l’accesso ai piccioni. Ma vediamo perché questa zecca è dannosa.
L’Argas reflexus, la zecca molle
La zecca del piccione, il cui nome scientifico è Argas Reflexus, è una zecca che fa parte della famiglia degli Argasidi, le zecche molli, ovvero, priva dello scudo chitinoso dorsale, mentre le altre zecche, come quelle dei cani, lo hanno.
Non sono in tanti a conoscere questo tipo di zecca, anche perché è attiva solamente durante la stagione calda. Va però detto che negli ultimi anni la sua comparsa è sempre più anticipata, dato che le temperature, come ben si sa, si stanno innalzando non a caso le famiglie evacuate a Spoleto se la sono trovata in casa già dal mese di aprile.
Dicevamo che in molti non la conoscono, ebbene, questo animaletto ha la forma simile a quella di un semino di girasole, è piatta e ha un colore bruno, grigio scuro. Come abbiamo detto si tratta di un parassita dei piccioni, ma che in prevalenza vive nell’ambiente, trovando riparo nelle abitazioni dell’uomo.
Questo accade per lo più al comparire dei primi freddi, o nelle giornate più fresche. La zecca, infatti, ha necessità di temperature gradevoli per poter sopravvivere, quindi cerca riparo all’interno delle abitazioni. La zecca si nasconde tra le crepe dei muri, nelle fessure, tra i battiscopa, dietro i quadri, negli armadi e perfino sotto i cuscini. Ovviamente in questi casi, con una regolare igiene quotidiana, si noterà subito la presenza dell’animale.
Le abitudini della zecca del piccione
La zecca del piccione è un animale ematofago, si ciba di sangue. Il pasto dura poco, infatti non trascorre tutto il tempo sul piccione ma come abbiamo visto, buona parte della sua vita si svolge a terra, e la cosa più strabiliante è che è capace di vivere anche 7 anni senza cibarsi. Si nutre di sangue del piccione e occasionalmente di quello dell’uomo.
La zecca è attiva durante la notte perché non tollera la luce. Viene attratta dall’anidride carbonica dell’uomo durante il sonno. La zecca punge silente, la sua saliva ha un anestetico che viene inoculato nell’uomo. Il pasto dura circa 5-10 minuti. La zecca, quindi, trattiene la parte proteica del sangue, quella che le serve per nutrirsi, e poi reinietta i liquidi all’interno del corpo della vittima.
Assieme ai liquidi, però, la zecca introduce nel corpo della vittima anche le sue proteine che possono essere molto irritanti e che dunque possono produrre pomfi e serie reazioni allergiche, fino allo shock anafilattico. Le tossine secrete con la saliva, infatti, nei soggetti più sensibili danno luogo a fenomeni di irritazione, ma possono esserci conseguenze ben più serie, come appunto lo shock anafilattico.
In genere le reazioni si manifestano dopo punture ripetute, una delle più serie è la reazione anafilattica con edema della glottide. Invece va subito chiarito che l’Argas reflexus non veicola la malattia di Lyme come si pensava in un primo momento. Questa, infatti, viene veicolata solamente dalla zecca silvestre, l’Idoxes, che vive quindi in ambiente boschivo e che infesta gli animali selvatici quali caprioli, roditori, cinghiali, volpi, cervi. Una delle differenze fondamentali tra l’Idoxes e la zecca del piccione è che quest’ultima non resta attaccata alla vittima se non per il tempo necessario al pasto.
Ciclo vitale dell’Argas
Il ciclo vitale di questo animaletto è composto da fasi giovanili e da una forma adulta, tutte ematofaghe.
Le uova si schiudono in circa 3 settimane, da queste fuoriesce una larva esapode che si stanzia sotto le ali del piccione e che compie pasti di circa 5-10 giorni, per questo sono chiamati pasti lenti. Dopo questa fase, la larva si trasforma in ninfa in circa una settimana. Gli stadi ninfali sono 3-4, e in questo momento il pasto di sangue dura più o meno un paio d’ore. Una volta adulti, il pasto durerà dai 5 ai 10 minuti.
Prevalentemente vive nel guano, escrementi di piccione, ed è un animale molto resistente. Agire direttamente su di lei è costoso e molto difficile, anche utilizzando degli antiparassitari si incontrano diverse difficoltà dato che la zecca del piccione si nasconde anche in piccolissime crepe. La lotta migliore è quindi quella della prevenzione: si deve agire non sulla zecca, ma sui piccioni.

Fonte: http://phil.cdc.gov/
I piccioni come infestanti urbani
Per poter evitare un’infestazione della zecca del piccione, si deve prevenire, e per farlo occorre tenere alla larga i piccioni. Infatti, gli appartamenti più a rischio di infestazione della zecca sono proprio quelli situati agli ultimi piani, vale a dire quelli più a contatto con le popolazioni urbane di piccione. Questi uccelli, infatti, sono diventati dei veri e propri infestanti urbani, causando diversi problemi sia ai monumenti e agli edifici, sia alle persone, dato che veicolano diversi agenti patogeni, alcuni anche molto pericolosi.
Il piccione ha ormai colonizzato le nostre città . Siamo abituati a vederli praticamente ovunque, siamo talmente abituati che questi volatili sembrano far parte del corredo urbano. E non ci sarebbe nulla di male se non fossero veicolo di malattie e se non stessero praticamente distruggendo edifici e monumenti con i loro escrementi.
Fino a qualche anno fa non si aveva ancora la percezione della dannosità dei piccioni e dei colombi, al punto che i bambini e gli anziani gettavano loro briciole di pane o mais nelle piazze. Purtroppo però ci si è resi conto di cosa comporti ospitare una popolazione nutrita di questi uccelli.
I pericoli causati dalla presenza dei piccioni
I piccioni in sé non sono dannosi (se si esclude il danno causato dagli escrementi), ma lo sono per ciò che trasportano e veicolano. Abbiamo appena visto quanto possa essere pericolosa la zecca del piccione, e soprattutto quanto sia difficile, una volta insediata in casa, riuscire a disinfestare. Si deve quindi prevenire e per farlo si devono allontanare i piccioni, non ci sono alternative.
Ma come si fa a dissuadere un piccione o più piccioni dal frequentare il nostro davanzale o il nostro terrazzo? Ci sono diversi metodi, alcuni più soft, altri decisamente più cruenti, si dovrà scegliere in base alle proprie necessità e a quella che può essere la presunta efficacia del trattamento anche in base al tipo di infestazione e di locale infestato.
In genere, se l’infestazione non è molto seria, si procede con dei dissuasori che possono essere sia acustici che materiali. In questo secondo caso per lo più si tratta di punte che si sistemano lungo i cornicioni e che impediscono, appunto, ai piccioni di stanziarvi anche per brevi soste. Un altro metodo di prevenzione sono le reti, tuttavia non sempre queste sono indicate, non si può chiudere un terrazzino con una rete, quindi questo metodo va bene per lo più nei cornicioni per evitare che i piccioni entrino all’interno di edifici.
Tra i metodi più estremi c’è la lotta biologica. Questo metodo consiste nell’ inserire nell’ambito urbano degli uccelli predatori che vanno a contenere la popolazione di piccioni. Molti hanno criticato questo metodo, soprattutto diversi animalisti, tuttavia, dal punto di vista dell’ambiente, si tratta di una soluzione da prendere in considerazione.
Per quanto riguarda le abitazioni private, invece, è bene sentire un professionista, degli esperti in disinfestazione in modo che valutino attentamente il tipo di problema. In genere un professionista si reca sul posto e osserva la tipologia di infestazione e l’ambiente. Quindi, dopo avere fatto le dovute valutazioni, prospetta diversi tipi di approccio con esso.
Si andrà quindi a scegliere la soluzione più compatibile con una serie di fattori, come per esempio il tempo che occorre per liberare il posto dalla presenza dei volatili infestanti, l’ambiente, il numero di esemplari e di conseguenza il tipo di infestazione. In genere il tempo che occorre per un servizio di disinfestazione ben fatto è abbastanza contenuto, sarà comunque l’operatore a dare tutti i dettagli del caso.
Meno piccioni meno rischio di zecche
Come abbiamo visto, se non vi sono piccioni che stanziano sui nostri balconi, il rischio che delle zecche di piccione arrivino in casa nostra è pressoché nullo. Per essere ancora più tranquilli, però, evitiamo di lasciare briciole negli spazi adiacenti la nostra casa, quindi sui davanzali delle finestre e nei terrazzini, all’ingresso della casa, in veranda. E se poi abbiamo qualche cane o gatto che possa fungere da deterrente, ben venga.
Ricordiamo che i piccioni, pur essendo incolpevoli, sono ricettacolo di gravi patologie, quindi anche l’abitudine di farli cibare dai bambini nei parchetti dovrebbe essere abbandonata, sia per diminuire il numero dei soggetti, sia per non correre rischi inutili per la salute.